Le Folli Arie nascono nel 2012 dall’incontro di quattro musicisti milanesi: Simone Corazzari (voce, chitarre, autore e produttore), Massimiliano Masciari (basso e steel drum), Francesco Meles (batteria e percussioni) e Marco Antonio Cerioli (tastiere e seconde voci).
Nasce così un album frutto dell’incontro/scontro tra storie e percorsi molto diversi che si intrecciano creando un prog mascherato da pop con sfumature di grunge e latin/funk raggiungendo, incredibilmente, l’equilibrio!
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Simone Corazzari de Le Folli Arie, che ha presentato il nuovo progetto e tante altre curiosità solo per Radio Web Italia.
Ciao Ragazzi e benvenuti su Radio Web Italia!Per chi non vi conoscesse direi che la prima domanda è d’obbligo: come nascono Le Folli Arie?
Ciao a voi e grazie per l’invito! Tra il 2011 e il 2012 al nucleo originario (io ed il bassista Massimiliano Masciari) si è aggiunto prima il tastierista/seconda voce Marco Antonio Cerioli poi il batterista Francesco Meles. Ci conoscevamo già tutti per collaborazioni in altri progetti musicali. L’idea era di lavorare sul materiale che avevamo scritto negli anni, registrarlo tutto e sceglierne il meglio per farne un disco d’esordio che rappresentasse la sintesi dei nostri percorsi.
Le Folli Arie: come è nata l’idea di questo nome? Quali sono i retroscena nella scelta?
Il nome è venuto fuori in maniera abbastanza casuale, molti anni fa, con un’altra formazione, prima di iscriversi ad un concorso musicale. Penso l’abbia ispirato un articolo di un giornale che parlava di arte e follia. Ci è subito piaciuto. Sui significati poi ognuno si può sbizzarrire.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il vostro stile?
Tantissimi! Tutti e 4 abbiamo ascolti molto vari e molto diversi. Forse in questo disco però emergono di più le mie influenze, essendone l’autore ed il produttore: Jeff Buckley, Ben Harper, Dave Matthews, Pink Floyd, Led Zeppelin, Genesis, Yes, Porcupine Tree, PFM, Lucio Battisti, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi,…
Elencare gli ascolti di tutti credo sia impossibile…dal jazz al death metal, passando dai Red Hot, dal grunge e dal prog…
Sotto quali premesse nasce ‘Non è facile’, il vostro nuovo singolo?
Le canzone era tra le nostre preferite del disco. E’ una ballata amorosa sincera e delicata e ci emoziona ancora parecchio. Inoltre era sicuramente il brano più “pop” e più immediato del disco, perfetto e naturale come primo singolo. Non potevamo non sceglierlo.
Il singolo è accompagnato dal videoclip. C’è qualche aneddoto curioso che è successo sul set delle riprese, che volete raccontarci?
Quel video è stata una delle imprese più assurde, rocambolesche e ben riuscite in cui ci siamo mai lanciati. Il nostro ringraziamento va sempre al nostro mitico regista e caro amico Filippo “Pax” Pascuzzi senza il quale sarebbe stato impossibile per noi neofiti totali tirare su un videoclip così ben fatto ed emozionante. Era esattamente quello che volevamo e ne siamo davvero fieri. Siamo consci che non è proprio convenzionale o di facile comprensione ma va bene così; l’importante è che arrivi il mood e l’emozione, capire la trama è davvero secondario. (Non è un poliziesco!) Sul set l’atmosfera era davvero divertita e rilassata e cast e crew sono stati fantastici (ringraziamo ancora anche tutti loro!). Un bel momento è stato quando il nostro tastierista/scenografo Marco Antonio Cerioli doveva fissare il palo della pole dancer. Piccolo problema: il palo era troppo basso rispetto alla stanza. Dopo vari accrocchi fallimentari, il genio punta con lo sguardo la cassaforte della camera. Alla fine la prende e la mette sotto il palo, bloccandola con tutto quello che aveva sottomano, fissando il tutto con del nastro adesivo. La bravissima e bellissima pole-dancer Giulia “Ninfa” Rigoldi lo fissava con la morte negli occhi. Allora, per testarlo, lui insieme al regista si son messi a fare numeri d’altri tempi sul palo. E’ stato molto spassoso ed alla fine nessuna pole-dancer è stata maltrattata durante la produzione di questo videoclip!
Come è nato l’incontro con Lorenzo Cazzaniga?
E’ stato un piacere e un onore immenso. L’ho conosciuto tramite il mio caro amico e collega chitarrista Gianluca Del Fiol. Si è subito rivelata una grandissima persona! Super-professionale (ha un curriculum davvero impressionante) e molto disponibile dal punto di vista umano. Si vede subito che ama da matti il suo mestiere e che mette la stessa passione e lo stesso impegno sia nel lavoro con la band emergente che con la superstar. I mix sono durati il tempo che serviva (parecchio) e non ha mai lesinato su nulla per ottenere il miglior risultato artistico possibile. Quando mixa tiene sempre d’occhio la canzone e l’equilibrio emozionale del brano come non ho mai visto fare a nessun altro in precedenza. Mixa in maniera molto artistica diciamo; insomma si vede che ha lavorato con tutti i più grandi artisti e ne ha fatto tesoro. Lavorare con lui per me è stato davvero illuminante dal punto di vista della produzione artistica (amo anche produrre altri artisti e band) oltre che dal lato tecnico. Inoltre mi ha permesso di capire meglio i nostri punti di forza e di debolezza come band su cui poter lavorare in futuro. Spero che per i prossimi lavori collaboreremo ancora perché i risultati raggiunti in questo disco sono davvero notevoli come impasto sonoro.
C’è un artista in modo particolare con cui vi piacerebbe collaborare?
In realtà ce ne sarebbero parecchi. Abbiamo un po’ di pezzi da parte che sarebbe naturale fare con ospiti. Il primo della lista è sicuramente Caparezza, uno dei rapper che reputiamo più originali, interessanti e intelligenti della scena italiana. C’è un pezzo che prima o poi vorremmo fare uscire in cui la sua voce ed il suo modo si scrivere sarebbero perfetti!
Come valutate la situazione della scena musicale della vostra città e italiana in generale? Quali sono le realtà che trovate maggiormente interessanti in questi ambiti? Quali invece le problematiche principali?
Il momento storico per la musica inedita (per la musica e la cultura in generale) in Italia non è sicuramente dei migliori, per usare un eufemismo. In giro nei pochi locali dove si fa ancora live (karaoke e djs la fanno da padroni) ormai dominano tributi e cover-band e il pubblico sembra impigrito e con sempre meno voglia di scoprire musica nuova e sconosciuta, forse anche un po’ “lobotomizzato” dal mainstream.
Sicuramente il grosso del lavoro è da fare sulla cultura musicale degli italiani e sarà un percorso lungo e tortuoso. Insegnando musica, tra l’altro, lo viviamo in prima persona.
E’ però vero anche il contrario…Per fortuna esiste ancora una piccola nicchia di pubblico curioso che va a cercarsi gruppi nuovi, va a vedersi i live di inediti e anche locali che danno ancora spazio ai brani originali (sempre meno purtroppo). E’ su di loro che vogliamo puntare. Sicuramente “Non è facile” ma ci proviamo…
Un’ultimissima domanda. Cosa ci riserverà la vostra musica nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi ci saranno un bel po’ di novità! La cosa che al momento ci preme di più è di fare quanti più live possibili e portare la nostra musica in giro per l’Italia. Si inizia con la data zero al Blues House di Milano l’ 1 febbraio. Vi aspettiamo tutti là!
Poi uscirà il singolo in inglese “It’s not easy” per l’estero ed in primavera il secondo singolo in italiano con nuovo video annesso. Comunque per restare sempre aggiornati seguiteci su www.lefolliarie.com, sulla nostra pagina fb e twitter.
Grazie Barbara per l’ospitalità e alla prossima!
Simone Corazzari – Le Folli Arie
Grazie per essere stati nostri ospiti e vi aspettiamo con le prossime novità su Radio Web Italia.
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